Donata Benedetti: "Società tartassate con nuove regole, con R19 si può cambiare"
La rappresentante della San Martino Siccomario si presenta
Donata Benedetti della San Martino Siccomario (nel Pavese) ha aderito a Regola 19. Milanese doc, 69 anni, non ha mai praticato sport ma ne ha sempre seguiti tanti “per passione trasmessemi da mio padre - dice -. Mi sono avvicinata alla pallamano nel 1995 tramite un istitutore della scuola di mio figlio Luca: Carlo Brussic era un arbitro e allenatore di pallamano e introducendo mio figlio nella squadra della scuola, ha coinvolto anche me. Ho così cominciato a frequentare la società Buccinasco e in breve sono diventata dirigente della squadra giovanile. Credo che sia stato quello che si chiama amore a prima vista. Da allora nn ho mai smesso di seguire ragazzi e ragazze”.
“Alla chiusura del Buccinasco con un gruppo dei miei ragazzi - aggiunge - ho trovato aiuto a San Martino Siccomario dove avevo amici che stavano facendo ripartire la loro società. Sono quindi quasi 20 anni che lavoro con giovani e meno giovani nel territorio pavese. Per anni sono stata responsabile della sezione pallamano del G. S. San Martino e da tre anni ho lasciato le redini a mio figlio e mi occupo principalmente dei rapporti con la Federazione e con le altre società. Seguo principalmente la Serie B maschile anche in qualche trasferta”.
“Negli anni ho visto cambiare diverse figure ai nostri vertici, ma non mi sembra che sostanzialmente si sia mai data una svolta che abbia illustrato nuove prospettive al nostro sport. Nel tempo alcune cose, come ad esempio una certa visibilità, sono migliorate, ma purtroppo a mio parere il problema di fondo non è mai stato risolto. Il potere decisionale rimane sempre in alcune società storiche, le piccole come la nostra, pur avendo molti ragazzini coinvolti, non contano quasi nulla. Il continuo tartassare le società con nuove regole e multe non aiuta certo la crescita del movimento. Che senso ha dare 1000 euro di multa se non si ha una squadra Under 13? Ad esempio i mille euro dovrebbero essere lasciati alla società con l'obbligo di essere utilizzati magari per un progetto in una scuola. Questa è solo una delle tante cose che si potrebbero fare. Ci serve una nuova rotta, ma purtroppo molte società preferiscono continuare sulla solita vecchia strada”.